Il modo in cui pensiamo determina il nostro comportamento, e anche i suoi risultati. Sì, la qualità del pensiero è decisiva anche nel nostro successo relazionale e nella capacità di riuscire ad apprezzare la vita. Se siamo affollati da ragionamenti illogici e significati simbolici distorti corriamo dritti dritti verso interpretazioni sbagliate, diventando, come sostiene Aron T. Beck nel libro che dà il titolo a questo contributo, sordi e ciechi al punto che l’amore può non essere sufficiente a far andar bene le cose. Infatti, è proprio nelle relazioni più intime, quando il nostro coinvolgimento emotivo è più grande che è più facile sbagliare ad interpretare le parole ed i gesti dell’altro, e con errate congetture siamo soltanto la causa di dolore e sofferenza.
Amare ed essere amati arricchisce il nostro animo, ci fa godere dell’intimità, dell’amicizia, dell’accettazione, del sostegno, della gratificazione sessuale, della possibilità di costruire una famiglia e di avere dei figli. Tutto questo può non bastare ed anche dopo molti anni di unione i fraintendimenti ed i conflitti possono alimentare la rabbia al punto da trasformare l’amato o l’amata in un vero e proprio avversario. Spesso, quando nasce un conflitto la coppia tende ad incolparsi reciprocamente dimenticando quanto di positivo ciascuno dona all’altro, e non rendendosi conto che un contrasto è un problema che può essere risolto. Nella mia pratica clinica con le coppie in crisi cerco anzitutto di esplorare insieme ai coniugi le interpretazioni errate della comunicazione, le aspettative non realistiche e le conclusioni illogiche promuovendo la condivisione delle scelte e dei progetti, e potenziando il piacere di stare insieme.
Per superare le difficoltà ogni partner deve assumersi la piena responsabilità di ciò che accade nel rapporto, adottare una posizione di umiltà quanto all’esattezza della lettura del pensiero altrui e alle conseguenti conclusioni. Non possiamo conoscere in maniera esatta quello che è lo stato d’animo della nostra compagna o del nostro compagno, dobbiamo verificare le nostre supposizioni parlandone. Quando siamo in preda ad uno stato emotivo, l’indeterminatezza di ciò che osserviamo ci può condurre in errore. Se siamo sconvolti o eccitati, è probabile che le nostre interpretazioni dei pensieri e dei sentimenti altrui, della “realtà invisibile”, si basino più sui nostri stati interiori che su una valutazione ragionata dell’altra persona (A.T. Beck, L’amore non basta, p.22).
E’ necessario lasciare da parte la paura del rifiuto ed il timore che tutto sia inutile. Domandiamo al partner se le cose stanno proprio così come le abbiamo capite, concediamo il beneficio del dubbio facendo attenzione ai nostri pregiudizi. Ecco, è qua che l’amore può essere determinante. E’ qua che l’amore ci viene in aiuto debellando l’orgoglio e l’egoismo. Andiamo fino in fondo, doniamo e pretendiamo onestà ed arriveremo a guardare negli occhi la reale condizione di quella relazione, la qualità di quell’amore, il futuro di quella storia che può rifiorire, oppure finire, ma nella leale chiarezza di due esseri umani che non si nascondono dietro scuse e vittimismi.
“Sarebbe meno faticoso se mi voltassi dall’altra parte e di me ti lasciassi guardare soltanto la mia schiena, se creassi una folle distanza in questo letto a due piazze, ma no, non voglio farlo. Resto a parlarti, a chiederti, a cercare la ragione delle tue espressioni e delle tue parole. Non mi arrendo, sono pronto a tutte le tue verità.”