L’attacco di panico si manifesta con un episodio improvviso ed esplosivo di intensa paura o angoscia. I sintomi tipici sperimentati sono: respiro affannoso, sensazione di soffocamento, vertigine, barcollamenti, debolezza, palpitazioni o accelerazione del battito cardiaco, tremito, sudore, soffocamento, nausea o dolori addominali, depersonalizzazione o derealizzazione, sensazioni di torpore e formicolio, rossore al viso, brividi, dolori al petto, angoscia, paura della morte, paura di diventare pazzo, paura di fare qualcosa di incontrollato.
Dopo il verificarsi di un primo attacco acuto si instaura un’ansietà cronica alimentata dalla paura che l’episodio di panico possa riavverarsi, ciò provoca uno stato di ipervigilanza con una ossessiva attenzione ad ogni minimo segnale proveniente dal corpo. Questo stato di allerta e di apprensione causa una percezione distorta delle minacce, tant’è che le reazioni fisiologiche sono lette come sintomo di una disfunzione, di una malattia fisica o psichica.
La paura può legarsi, anche, a situazioni specifiche, circostanze in cui sarebbe difficile allontanarsi o ricevere un aiuto (per esempio ascensori, treno, auto, aereo, viaggiare in autostrada, stare in coda, essere tra la folla, trovarsi da soli fuori o dentro casa). Tutto ciò alimenta l’evitamento di tali luoghi, la riduzione degli spostamenti e la dipendenza dalla protezione degli altri. Cresce, vorticosamente, la paura del mondo esterno e la sfiducia nelle proprie capacità.
“La paura è la cosa di cui ho più paura.” M. De Montagne